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Nella scia della velocità

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6a Merano padroneggia in egual misura velocità, tecnica e freestyle. I migliori presupposti per chi pratica una disciplina in cui si susseguono audaci manovre di sorpasso su beffarde dune di neve e ripidissime curve. Boardercross è sinonimo di autocontrollo. Chi vuole praticare questo sport, infatti, deve disporre di nervi saldi e Visintin ha acquisito il “sangue freddo” solo nel corso degli anni: “In gare come le nostre, non hai molto margine per dimostrarti migliore degli altri e quindi è normale che ci si sente nervosi. Una volta, però, lo ero molto di più rispetto a oggi.” La tensione del pre-gara fa ancora parte del gioco sebbene, in qualche modo, si può anche trarre qualche vantaggio da essa. “I battiti del cuore accelerano, l’adrenalina sale, il corpo formicola. Può essere tutto molto bello, soprattutto se la gara si mette bene e si arriva primi. Alla fine, tutto l’entusiasmo, il duro allenamento e lo stress che ne deriva ripagano”, spiega Visintin. Eppure, la pressione che viene dall’agonismo si fa sentire: “Bisogna ottenere risultati, altrimenti sei fuori dalla competizione.” Visintin ha resistito a questa pressione. Dopo aver vinto la Coppa del Mondo nella stagione 2013/14, l’alpino del Centro Sportivo dell’Esercito italiano si è mantenuto ad altissimi livelli anche lo scorso inverno, fornendo prestazioni costanti. Infatti, ogni due gare è salito sul podio. Il risultato è stato il terzo posto finale nella classifica generale nella manifestazione iridata. Quest’anno vuole confermarsi tra i primi tre e vincere i Mondiali di Pechino. “Vedremo gara dopo gara, ma voglio assolutamente correre e lottare per le posizioni di vertice”, sottolinea Visintin. La retorica di guerra nello sport non è rara: essere un atleta è un impegno severo, che richiede molta disciplina ed è estenuante tanto per il corpo quanto per la mente. “Certo, in inverno sono sempre un po’ più nervoso e scostante perché sono costantemente sotto stress. Ma mi riesce bene staccare dopo le gare. Se qualcosa va storto, a volte mi arrabbio ma mi capita anche di accettare la sconfitta e dimenticare quello che è successo semplicemente voltando pagina e concentrandomi sulla sfida successiva.”

Atleta di successo Omar Visintin (31)

Mentre molte persone passano la giornata lavorativa in ufficio dietro lo schermo di un pc, la routine di Visintin è scandita dagli allenamenti a secco in palestra o sulle piste: due sedute al giorno, cinque volte alla settimana. Da soli o insieme allo staff tecnico e ai colleghi della nazionale italiana. Una quotidianità simile richiede autodisciplina e forza di volontà. “Devi lavorare costantemente su te stesso, ma mi diverto anche a farlo. Mi piace la vita che conduco”, rivela l’atleta. Oltre a questo, ci sono i continui spostamenti. Durante la stagione di Coppa del Mondo, è costantemente con la valigia in mano e vola verso le più belle stazioni sciistiche del globo. Oggi in Francia, una settimana dopo in Canada… ciò può apparire eccitante, però, spesso può rivelarsi piuttosto faticoso: “Fisicamente è sfibrante, soprattutto quando si soffre di jet lag. Non si ha molto tempo per acclimatarsi e si deve tornare rapidamente a fornire il massimo delle prestazioni. La maggior parte delle volte, di questi posti bellissimi vedo solo le piste da sci, ma ogni tanto mi concedo un breve giro turistico. Questo perché nei miei pensieri c’è sempre la gara.”

Inseguimenti sulla neve

Testa a testa. O meglio, tavola a tavola. Così sembrano gli inseguimenti sulla neve in cui Visintin cerca di battere gli avversari in velocità. I tracciati richiedono la massima concentrazione. Da buon atleta, Visintin si affida principalmente al suo istinto. “Certo, nel boardercross sei circondato dagli avversari. Chiunque sia in testa rischia di essere superato. Se sei dietro, devi sfruttare l’occasione ideale per sorpassare. E non è facile nemmeno stare nel mezzo. Non si può sempre controllare tutto, eppure bisogna prendere una decisione in frazioni di secondo. Ora agisco in modo puramente intuitivo e di riflesso.” Visintin è sempre al limite e questo può essere pericoloso. Sempre più spesso ci sono gravi cadute e infortuni durante le competizioni. Finora, però, Omar è stato fortunato. In dieci anni di carriera in Coppa del Mondo, ha perso solo tre gare per infortunio. A parte un braccio rotto e qualche commozione cerebrale, se l’è cavata senza troppi danni.

Un’ambiziosa carriera sportiva

Il boardercross offre agli spettatori emozionanti gare al fulmicotone. Tuttavia, la disciplina è ancora oscurata dallo sci alpino o dal biathlon: è verso questi ultimi che vengono convogliati la maggior parte dei soldi degli sponsor e della televisione. Seppure tra il pubblico più giovane macini consensi, il boardercross è ancora una disciplina di nicchia. Al riguardo, Visintin mostra un certo aplomb. “È un peccato, ma stiamo guadagnando popolarità e chi ne è entusiasta segue appassionatamente il nostro sport. Una cosa è certa: non importa se una gara viene trasmessa in televisione o meno, io devo comunque fare bene”, dichiara con un sorriso. Visintin teme che non ci saranno molti spettatori presenti sui tracciati in questa stagione di Coppa del Mondo. Ma anche senza il tifo dei fan, vuole “andare a tutto gas” e godersi appieno il resto della sua carriera: idealmente durerà altri dieci anni, a patto che le condizioni fisiche lo sostengano e che non vengano a mancare gli stimoli giusti. Al momento, non sta rimuginando troppo sulla vita dopo lo sport. “Dedicarsi a un nuovo lavoro sarebbe bello, ma solo quando avrò raggiunto i miei obiettivi. Sono sicuro che da qualche parte troverò il mio posto”. E fino ad allora, c’è da scommetterci che battaglierà per mantenere quello che ha conquistato sul podio.

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