Nel morbido mondo dei sogni di vello(i)
Un paesino sopra la conca meranese. Un maso contadino alla fine di una strada sterrata. Alberi secolari tutt’intorno. Qui si trova la dimora di Johanna Aichner, dove non solo vengono coltivate verdure biologiche, ma nascono anche prodotti di artigianato davvero particolari.
Curva dopo curva, da Lagundo risalgo il pendio per raggiungere la frazione di Velloi. Dai 1000 m di quota, le case, i campi e il fiume a valle sembrano ormai un mondo in miniatura. A darmi il benvenuto, una fresca aria di campagna e il cinguettio degli uccellini. In lontananza, sento anche un rombante trattore. Johanna Aichner sta sistemando in un cesto alcuni dei suoi cuscini fatti a mano all’uncinetto, di fianco al quale spicca un’insegna di metallo. La scritta recita “Hoferhofs Hofladen”, un gioco di parole in tedesco per “negozio del maso contadino degli Hofer”. Appena sotto, qualcuno ha disegnato un cuore con un gessetto.
In principio era la pecora
Johanna mi accoglie con un sorriso smagliante e ci diamo subito del tu. Ho già la prima domanda sulla punta della lingua, poiché dietro alla ventinovenne vedo una griglia metallica a maglie strette sostenuta da quattro gambe di legno, sulla quale sono distesi numerosi pezzi di lana. Illuminati dal sole, sembrano delle piccole nuvole; anche al tatto trasmettono la stessa sensazione: soffici, leggeri, vaporosi. Johanna mi racconta che la lana per le sue artistiche opere tessili proviene quasi per metà proprio dalle trentatré pecore che alleva insieme al marito Armin Haller; il resto lo acquista da altri contadini del Burgraviato. La tosatura si esegue due volte all’anno. Johanna lava il vello a mano in una carriola. Quindi, lo infila in federe di cuscini vuote e lo fa centrifugare delicatamente in lavatrice, per poi stenderlo sulla griglia in giardino o sul tetto. “In poche ore i pezzi di lana sono già asciutti, specie sotto il sole d’estate. Ecco perché uso per lo più la lana tosata in primavera, così può asciugare facilmente all’aria aperta.”
Infine, la lana così pulita viene mandata in una filanda in Val Passiria, dove viene cardata e filata secondo la tradizione. Sono necessarie da una a due settimane prima che Johanna possa andare a ritirare i gomitoli finiti. Per le sue creazioni la giovane artigiana, originaria di Barbiano, utilizza principalmente filati in tonalità naturali: bianco, beige, marrone, grigio e nero. Per ottenere le diverse gradazioni, si mescola insieme la lana dei vari colori base.
Punto dopo punto nasce un’opera d’arte
Dopo aver preparato la lana, comincia il lavoro all’uncinetto. “È un’occupazione che mi è sempre piaciuta sin da bambina. Ricominciai con l’uncinetto quando lavoravo nella ristorazione e avevo un paio di ore libere al mattino e al pomeriggio. Inizialmente, compravo la lana, poi, però, ho pensato di valorizzare il nostro stesso allevamento di pecore”, racconta Johanna, che ormai è votata all’arte dell’uncinetto. Ci svela che in particolare i tappeti con l’effetto 3D, ovvero con un senso di profondità, l’hanno sempre affascinata, ma che ci è voluto del tempo prima che riuscisse a reperire uno schema per realizzarli. Alla fine, lo ha trovato su un canale YouTube russo. Da maggio 2020, Johanna ha aperto un’attività in proprio. “È stato un continuo learning-by-doing”, afferma. Mi spiega anche che la lana di pecora è davvero morbida e ha un alto contenuto di lanolina, ovvero una miscela di lipidi. Ciò comporta che si può procedere solo lentamente con l’intreccio della lana, in quanto il ferro da uncinetto viene rallentato dal contatto con la lanolina. Questa sostanza grassa, inoltre, conferisce ai capi una spiccata resistenza allo sporco. Infatti, è sufficiente distenderli per un po’ sulla neve oppure appenderli all’aria aperta durante un umido giorno di pioggia e già si puliscono da sé. La giovane contadina, per contrario, ne sconsiglia il lavaggio, poiché la lana tende a infeltrirsi facilmente.
Un piccolo negozio dal cuore grande
Dopo tutte queste informazioni, non vedo l’ora di ammirare con i miei occhi gli artistici prodotti di Johanna. Entriamo dunque nel suo negozietto presso l’azienda agricola dall’aspetto di una baita in miniatura. Vicino all’ingresso si legge “boden.kleid”, il nome scelto per la sua piccola attività, letteralmente “un vestito per il pavimento”, per via dei tappeti per i quali è particolarmente nota. “È stata un’idea di mio marito”, ci racconta sorridendo Johanna.
Anche l’interno del negozio è caratterizzato da un’atmosfera alpina. Le assi sotto i miei piedi scricchiolano leggermente mentre mi guardo intorno. Sugli scaffali sono disposti con cura i manufatti tessili, intervallati da ornamenti vegetali. In un angolo vi è una poltrona con sopra cuscini ricamati all’uncinetto. Nulla suggerisce che questo ambiente un tempo fosse un pollaio. Qui, Johanna oggi custodisce le proprie creazioni, ormai troppe per tenerle tutte nel suo appartamento.
Molto apprezzati sono i suoi tappeti “a pop-corn”, ovvero che presentano un tipico motivo a palline in rilievo. Accarezzandoli, si rivelano morbidi e ruvidi al tempo stesso. Per realizzarne uno del diametro di 130 cm, ci si impiega dalle undici alle tredici ore. Ciò significa che bisogna avere la pazienza di stare seduti a lungo: “Questa è la parte più difficile per me – ammette Johanna – che poi cerco di compensare con il lavoro in azienda e con lo sport”. In particolare, tra l’autunno e l’inverno c’è tanto da fare, complice anche l’arrivo del Natale: un tappeto simile, infatti, è perfetto sotto l’albero! Oltre ai tappeti, la giovane artista realizza all’uncinetto anche copricuscini, sedute in lana per sedie e panche, soffici coperte, fasce per capelli e centrini, chiamati affettuosamente “i tappetini di nonna Emma”. Il suo ultimo progetto sono le borsette con manici ad anello. Per Johanna, è importante che ogni pezzo sia un unico e di qualità – non vuole imitare nulla. Ed è proprio questa filosofia che viene apprezzata dai clienti, specialmente le generazioni più giovani e coloro che desiderano distaccarsi dal consumo di massa, essendo disposti a pagare anche qualcosa in più per prodotti locali di piccole realtà. Nel suo negozietto, inoltre, non vende solo favolosi prodotti in lana, ma anche ungenti a base di resina di larice preparati con sapienza dalla nonna, saponi fatti in casa secondo la tradizione di famiglia, orecchini artistici, oggetti in legno lavorati al tornio da suoi amici così come graziose statuine del presepe. Tutto rigorosamente fatto in Alto Adige.
“Le mie creazioni sono 100% regionali, 100% fatte a mano e 100% sostenibili.”
Johanna ottenne la prima notorietà tramite l’account Instagram di Silvia Gasser, nutrizionista e autrice di un blog. Attualmente, tra i suoi clienti figurano altoatesini fin dalla lontana Val Pusteria, così come tedeschi, austriaci e svizzeri. “Sono presente ad alcuni mercatini dell’artigianato. In quest’occasione di solito le persone danno solo un’occhiata e mi contattano successivamente. Poi io realizzo i prodotti tessili secondo i loro desideri, così che si adattino perfettamente all’ambiente al quale sono destinati.” Anche la gente del posto e alcuni turisti si fermano di tanto in tanto nel negozio di Johanna, spesso per caso, dato che vi passa un sentiero escursionistico proprio di fronte. Da Lagundo, una seggiovia conduce comodamente fino alla frazione di Velloi, da dove si gode di una bellissima vista panoramica. Cosa anima Johanna? “La soddisfazione dei miei clienti e il fatto di essere riuscita a realizzare il mio sogno.” È proprio la parola “sogno” a descrivere al meglio la realtà di Johanna lassù, sopra il Meranese. Non c’è da stupirsi, dunque, che qui nascano manufatti straordinari.